Ciao mondo!!

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…riassumendo…

IL CAMMINO

ALBUM: Ali e Radici (2009)
Tutte le canzoni di  Eros Ramazzotti

Si parlava di te l’altra sera

si diceva che non canti più

quelle strofe di frontiera

belle come la tua gioventù

ma se il cuore ha un’ala spezzata

devi solo curarla perchè

non è ancora la fermata

altri viaggi aspettano te



dall‘istinto che hai

di non cedere mai

è da questo lo sai

che riparte il cammino

ognuno di noi

ha la sua strada da fare

prendi un respiro ma poi

tu non smettere di camminare

anche se sembreranno più lunghe che mai

certe dure salite del cuore

c’è che ognuno di noi

può resistere sai

aggrappato ad un raggio di sole

e se la vita ci frega

quando prima ci esamina e poi

solo dopo ce la spiega

la lezione più dura per noi

ma ci insegna che ogni bufera

può strappare un bel fiore però

non l’intera primavera

non può raderla al suolo non può

dall’istinto che hai

di non cedere mai

è da questo lo sai

che riparte il cammino

ognuno di noi

ha la sua strada da fare

prendi un respiro ma poi

tu non smettere di camminare


si comincia a morire nell’attimo in cui

cala il fuoco di ogni passione

ognuno di noi

ha il suo pezzo di strada da fare

segui il passo di un sogno che hai

chi lo sa dove può arrivare

chi lo sa

ognuno di noi

ha il suo pezzo di strada da fare

anche se sembreranno più lunghe che mai

certe dure salite del cuore

c’è che ognuno di noi

può resistere sai

aggrappato ad un raggio di sole

il sole sopra di noi

sopra di noi

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Semplicemente, grazie…

 "Bless The Broken Road"

I set out on a narrow way many years ago
Hoping I would find true love along the broken road
But I got lost a time or two
Wiped my brow and kept pushing through
I couldn’t see how every sign pointed straight to you

[Chorus:]
Every long lost dream led me to where you are
Others who broke my heart they were like Northern stars
Pointing me on my way into your loving arms
This much I know is true
That God blessed the broken road
That led me straight to you

I think about the years I spent just passing through
I’d like to have the time I lost and give it back to you
But you just smile and take my hand
You’ve been there you understand
It’s all part of a grander plan that is coming true

[Chorus]

Now I’m just rolling home
Into my lover’s arms
This much I know is true
That God blessed the broken road
That led me straight to you

That God blessed the broken road
That led me straight to you.

benedetta la strada interrotta

ho cominciato in modo incerto molti anni fa
sperando di trovare il vero amore lungo la strada interrotta
ma mi sono perso una volta o due
mi sono asciugato la fronte e ho ocntinuato a spingere (insistere, letteralmente)
non potevo vedere quanto ogni segno puntasse dritto a te

coro
ogni sogno perso da tanto mi ha guidato dove sei ora
altri che i hanno spezzato il cuore erano come stelle del nord
indicandomi sulla mia strada verso le tua braccia amorevoli
quel tanto che conosco è vero
che Dio ha benedetto la strada interrotta
che mi ha portato dritto a te

penso agli anni che ho speso solo di passaggio
vorrei avere il tempo che ho perso e ridartelo
ma tu mi sorridi e prendi la mia
tu sei stata la tu capisci
è tutto parte di un piano più grande che sta diventando vero

coro
ogni sogno perso da tanto mi ha guidato dove sei ora
altri che i hanno spezzato il cuore erano come stelle del nord
indicandomi sulla mia strada verso le tua braccia amorevoli
quel tanto che conosco è vero
che Dio ha benedetto la strada interrotta
che mi ha portato dritto a te

ora mi sto muovendo
nelle braccia del mip amore
quel tanto che conosco è vero
che Dio ha benedetto la strada interrotta
che mi ha portato dritto a te

che Dio ha benedetto la strada interrotta
che mi ha portato dritto a te


Per questa strada interrotta
per questa voglia di ripartire
di lasciare il crinale
di scrollare le mie ali
e sentire il vento sotto i piedi
per le persone che cono con me
e perché tutto ciò è dono Tuo…
…semplicemente, grazie!

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Piccola parentesi :o)

Ieri mattina sono stata a messa nella chiesetta citata nell’intervento precedente. Ora, a quella chiesetta sono legata affettivamente: è quella dove ho iniziato a prestare servizio di lettrice ed è quella dove per la prima volta ho suonato ad una messa. Messa di Natale, anno 1996. Ricordo i commenti delle nonnette scandalizzate perché il prete faceva suonare un uomo col codino, ma no forse è una ragazza, ma va’, una ragazza mica suona quel coso lì! Ricordo i polpacci dopo aver passato tutto il pomeriggio della vigilia a familiarizzare col "coso lì", l’harmonium, spompato e con un mantice buco (a tutt’oggi buco…), uno strano rumorino che pareva un topo che correva tra i tasti, il sol e il mi bemolle che restavano incastrati e dopo averli premuti non tornavano su, gli sbuffi di polvere alle prime tre pedalate… se avessi fatto il Mortirolo, le mie gambe si sarebbero sentite allo stesso modo…
Ricordo le messe da bambina, con un sacco di bambini. Ieri, ne ho visto uno. Ci facevano salire tutti sull’altare, un po’ stretti sulle poltroncine di legno e pelle rossa, un po’ stretti per terra. Speravamo che ci fosse il padre Sandro a celebrare, perché era sì un po’ lunghetto, ma era anche quello che nelle sue prediche italo-dialettal-francesi (missionario, ovviamente) ogni tanto si lasciava scappare qualche parolaccia… come quella volta "educhiamo i bambini alla pace, ma poi pirla, a natale gli regali una pistola-gioacattolo, a tuo figlio"… e si raccontava che una volta avesse addirittura coniato l’espressione "puttan-tour" per designare certe forme di turismo in Asia… e da bambini, si sa, ciò che scandalizza i grandi, fa ridere…
Bei tempi… ieri un solo bambino… anzi, no: due. Un bambino e il Bambino. A Lui non fa differenza che ce ne fossero uno o quindici, Lui c’è ugualmente.
Buone feste a tutti! :o)
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Anni ”90 – seconda parte

E con il 1996 inizia la mia avventura liceale, in quello che all’epoca era un quinquennio sperimentale di cui esistevano solo 4 anni, al momento. "Ah, vai al Bertacchi, quella scuola per matti…". Bene, qualcuno iniziava a capire qualcosa di me! E’ l’anno in cui incomincio a suonare l’harmonium, prendendo la musica più seriamente e restando chiusa nel campanile della chiesetta sotto casa dopo un pomeriggio passato a suonare non i pallosissimi esercizi sulle scale minori ma Ligabue (ho detto seriamente, non seriosamente…). Nello stesso periodo, si affacciano i dubbi sul "come sarò da grande?", come e non cosa. Il come inizia ad essepre più importante, ma l’esistenza trascorre serena.
Il 1997 fa la sua comparsa in camera mia la tastiera seria (circa, per i tempi di allora ci può stare…): la GEM CD 10. Ben cinque ottave… contro le due che avevo avuto fin lì! E’ il mio regalo di promozione. Pomeriggi e pomeriggi, sere e sere, col mal di schiena dovuto alla mia orrida posizione mentre suonavo. Ma felice. Dulcis in fundo, ora che ho la tastiera a casa, non mi tocca più di rinchiudermi nel campanile per esercitarmi sull’harmonium della chiesa!
Promossa anche nel 1998. Il regalo è la vacanza ad Arnoga con la parrocchia. Intorno al 20 luglio, una mattina, con un "ma va’ a cag**e, non ho dormito un ca**o!" detto ad un compagno di vacanza, inizia la mia adolescenza, nel senso paranoico interiore e contestatore del termine. Sono sicura che sia iniziata lì. Torno dal campo diversa. Immaginatevi la gioia dei miei (ahahah, che battuta!). Cerco di rientrare nei ranghi. Immaginatevi la gioia degli amici (ahahah, battuta.bis!). Comunque, non funziona né il cambiamento né il ritorno nei ranghi. Immaginatevi la mia gioia… rimugino, rimugino, rimugino, nessuno se ne accorge ma faccio le cose solo perché mi va e mi va anche di stupire, ma siccome non mi va di apparire facico nel silenzio e nessuno si stupisce. Rimugino, rimugino. Di facciata, sono un essere solare. Ma oh, quanto rimugino! Due anni di rimuginanze, poi si prepara l’esplosione. Proprio quando penso di implodere, di essere arrabbiata con me stessa prima ancora che col mondo, arriva il 2000… ma questa è un’altra storia…
(…continua…)
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Divagazioni autobiografiche: anni ”90 – prima parte…

Gli anni ”90. I miei anni da teen-ager minorenne. Consideriamo la prima parte, fino al 1996, l’anno in cui per me si chiuse la scuola dell’obbligo.
Intervento terminato. In realtà, infatti, le cose significative iniziano ad accadere nel 1998.
Eppure, negli anni ”90 si manifesta la mia propensione alle relazioni. In una parola, viene fuori la mia grandissima faccia di tolla :oP
Non ho grandi ricordi, in effetti. Alle medie leggevo tanto, tantissimo. Troppo. Vincevo premi per i lettori migliori della classe. Premio = libro, ma che fantasia, pensa un po’… In seconda media, prendo gli orecchioni e, stanca di leggere, inizio a scrivere. Commento ricevuto per la maggiore "sì, sì, scrivi, tanto tra suonare e scrivere, ma chi pensi di diventare?". Già, chi penso di diventare? Bene, pensiamo ad una vita normale. Uhm… puntiamo l’altro sesso! L’altro sesso prende le forme di un alunno della stessa scuola, intorno al quale sbucavo con molta discrezione (circa…), in compagnia della mia migliore amica che filava il suo amico. Lo sapevano tutti tranne, credo, loro due. Beh, nei primi anni ”90 per molti si usava ancora così!
Ben presto, comunque, si fa strada l’idea che anche lì non è che mi venga di fare molta strada… e torno alla penna!
Sono gli anni del teatro con la compagnia dell’oratorio, gli anni in cui mi appassiono alle parti maschili e al contempo rivendico ed ottengo la minigonna di felpa rosa (ma per 3 cm – tre!!!- di tacco bisognerà penare un po’ di più…), gli anni in cui ancora porto le conseguenze del dopo-ricovero-anno-ottantotto e ciò significa che non ho un’altezza, ma all’incirca ho un diametro, ma nulla me ne importa. E’ in quegli anni che inizio ad immaginare di non far realmente parte della mia famiglia… chissà da dove arrivo, mi chiedo… e mi piace firmare il mio diario con cognomi fittizzi, anche più d’uno contemporaneamente… Credo tutti, ad un creto punto della vita, arrivino a pensarlo. A me accadde in quegli anni. Anni in cui cercavo i segni, e se il mattino dell’esame di terza media vedevo un raggio di sole riflesso sulle finestre delle case delle montagne di là dal lago, allora l’esame sarebbe andato bene.
Quella mattina brillava il sole. D’improvviso, sentii di poter conquistare il mondo.
Davanti, un brillante avvenire.
(…continua…)

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Divagazioni autobiagrafiche: anni ”80… bastava un niente per sorridere

Ed eccoci qui, ai miei primi anni di vita. Dei primissimi, ricordo veramente poco. Un koala di peluche, il luciotto che si illuminava… un volo giù dal letto, con capocciata conseguente da far rimbombare il pavimento e rintronarmi la capoccia (e adesso tante cose saranno più chiare…)… un paio di pantaloni pizzicosissimi a fantasia scozzese… i capelli luuuunnghi, un faccino bianco e perennemente sdentato. Le cose cambiano dal 1987, anno di incontri fulminanti. Primo: mio fratello :o) A seguire, la musica, sottoforma di Memopiano Bontempi. Il primo amore, non si scorda mai. La musica. Ma anche, essendo il 1987 l’anno del mio ingresso tardivo e desiderato alla scuola dell’infanzia (che allora chiamavamo semplicemente asilo!) il compagnuccio contesissimo tra me e la mia migliore amichetta dell’epoca. 1988: data importante… entro nel mondo dell’istruzione seria… un mondo dal quale, in effetti, non sono più riuscita a venir fuori… è l’anno in cui si manifesta la mia vocazione precoce allo scrivere. Altro primo amore, la narrativa… Gli anni ”80 si chiudono con un virus intestinale e conseguente ricovero ospedaliero. Il nosocomio di Bellano, con i suoi 3 bambini – io, Claudia e Danilo- e con il giornalaio che passava col carrello, e mia madre che mi lasciava 500 lire per comprare un giornalino… e mia zia Antonia, facilmente corruttibile che mi passava le penne al sugo quando avrei dovuto mangiare solo riso in bianco… e l’amico di famiglia storditissimo che mi portò una scatolona di cioccolatini buonissimi, che ci sbavavo solo ad immaginarli… a me, col virus intestinale e il riso in bianco… non li ho nemmeno mai visti… sob! Insomma, il primo amore non si scorda mai… ma neanche 17 volte in una notte a correre sulla tazza del cesso… Eppure, bastava un niente per sorridere, come cantavano i Nomadi. Anni ”80… l’incoscienza della spensieratezza di cui non sei consapevole… e vent’anni dopo la consapevolezza che quella spensieratezza quotidiana non c’è più, perché ad ogni giorno basta la sua pena… e quanto ne faremmo a meno…
(continua)
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Divagazioni autobiografiche: anno 1982…

Per carità, non è un vanto, mai, una cosa che non dipende dalla nostra volontà. Però, scusate se è poco, sono nata nel 1982. Pertini, l’Italia mondiale. Insomma, non so se mi spiego. Immaginatevi la situazione: se uno dice "sono nato nel 1982" fa un effetto; se dice "sono nato nell’anno in cui l’Italia ha vinto i campionati del mondo e c’era Pertini presidente", sembra già un po’ più importante. Il rovescio della medaglia è che sarebbe ben triste se fosse ciò a rendere importante qualcuno. Ad ogni modo, io sono nata a settembre, quindi l’Italia mondiale l’ho vista solo 2006. Quindi, nel frattempo, dovevo inventarmi qualcosa che mi appassionasse. Perché, a pensarci bene, se uno dice "mi chiamo Linda Spandri e sono nata nel 1982" e si sente dire "ah, l’anno di Pertini presidente che esulta per l’Italia campione del mondo" fa un effetto; se si sente dire "ah, raccontami qualcosa…" è ben diverso (al massimo, potrà sempre tirare in ballo Bearzot!!!) :oP

(conyinua…)

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Pensieri&parole, disìva quel là…

Giornate di pensieri, che restano lì nella mente, e che forse è ora di tornare a scrivere…
Progressi, tanta voglia di fare, provare…
Finalmente la Compagnia del Prezzo dell’Amore ha il cd e "Paolo di Tarso" ha ora una forma rotonda che si può infilare in un’autoradio. E’ stata un’emozione, ascoltarlo la prima volta, e quasi non credere che quella tastiera fosse proprio la mia, e quelle mani che avevano suonato fossero proprio le mie!!!
Intanto abbiamo cambiato ancora il batterista, e siamo a tre. Yuri, Michele, Mauro. Forse è proprio il cambio che mi ha fatto pensare a quanta più spensieratezza vivessi all’inizio. Che vuoi fare, lì non è questione di che batterista ci fosse… è questione che, a pensarci bene, sono passati quattro anni, da quell’inizio… e chi l’avrebbe detto, stiamo crescendo… :o)
Crescendo insieme ad altri. Altre persone, altri progetti. Un altro cd, stavolta personale, in cantiere. Una raccolta di racconti. Uhm, ci sarà da divertirsi. O da uscirne matti. Ma forse, è un po’ la stessa cosa!!! :o)
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Time to say… (not goodbye!!!)

Time to say. Tempo di dire. Tempo di tornare a scrivere anche qui.
Time to say GRAZIE alle persone che mi sono state vicine il mese scorso, in una nuova caduta di giorni difficili.
Time to say HOPE, Hope Music School (altrlo diploma e preiscrizione al quinto anno!!!) e verbo sperare.
Time to say MUSICAL, che sta andando a gonfie vele e che giorno dopo giorno mi ha regalato un gruppo davvero grande!!!
Time to say PROGETTO, il progetto folk ipotizzato e attorno al quale stanno ruotando tante persone.
Time to say CI CREDO, relativamente al progetto di cui sopra ed anche a tante altre cose.
Time to say AMICO, da quelli nuovi a quelli ritrovati.
Time to say TI VOGLIO BENE, e lo so io…
Time to say VITA.
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